Digitalizzazione in azienda: vogliamo guidarla o continuiamo a inseguirla?
I dati relativi al processo di digitalizzazione aziendale nelle imprese italiane è ancora piuttosto sconfortante. Sebbene negli ultimi anni, complici la pandemia e gli investimenti pubblici a favore della trasformazione digitale, abbiano portato a ulteriori accelerate in termini di innovazione tecnologica, il quadro in Italia è ancora ben al di sotto della media europea. Mettiamo insieme questi tre dati:
Il livello degli stipendi in Italia
Secondo Eurostat in media i lavoratori italiani nel 2021 hanno percepito uno stipendio al di sotto della media europea: 30 mila euro contro i 34 mila di media UE. Un divario che dura da tempo, se pensiamo che nel giro di 20 anni in Italia la retribuzione media è cresciuta solo dello 0,5% contro il 20,1% della Germania e il 23,9% della Francia.
La produttività italiana
Nel 2020 un’ora dei lavoratori italiani ha prodotto 54,59 dollari di Pil, contro i 67 dollari della Germania e i 73 dollari degli Stati Uniti. Con una crescita lentissima negli ultimi dieci anni dello 0,5% (fonte: Factanza).
Il livello di maturità tecnologica delle imprese italiane
Sia i salari, sia la produttività potrebbero migliorare sensibilmente se investissimo maggiormente in ambiti come: istruzione, formazione dei lavoratori e, non è un caso, innovazione tecnologica. Ma anche qui non abbiamo notizie entusiasmanti.
Secondo il report Istat (agosto 2020 concluso a fine 2019) “Digitalizzazione e tecnologia nelle imprese italiane”, basato su oltre 280 mila aziende che hanno più di tre dipendenti, e che producono più dell’84% del valore aggiunto italiano:
- Meno del 50% delle imprese usa un software per la gestione della contabilità e degli adempimenti fiscali;
- Solo 2 imprese su 3 usano un software per la gestione documentale;
- Solo 1 impresa su 3 usa un software per la gestione sistematica del rapporto con i clienti (CRM)
- Solo 1 impresa su 5 usa un software per la gestione dei processi aziendali (ERP)
Altri studi recenti sul tema attestano che solo il 39% delle aziende italiane usa tecnologie digitali come il cloud, mentre appena il 18% ha iniziato a usare l’intelligenza artificiale.Se riflettiamo sul fatto che l’Unione Europea ha posto come obiettivo per i propri Stati membri di arrivare al 75% di aziende digitalizzate entro il 2030, c’è ancora molto, moltissimo, lavoro da fare.
Processo di digitalizzazione aziendale: lo stiamo facendo male
L’aspetto più significativo che emerge dalla fotografia Istat sul livello di digitalizzazione delle imprese italiane, però, non è solo il dato quantitativo (che tra l’altro dopo la pandemia è sicuramente cambiato) ma anche il dato qualitativo. Ovvero il modo in cui le aziende italiane stanno implementando il processo di trasformazione digitale.
Dai dati emerge un’implementazione frammentaria, guidata più dalle emergenze e imposizioni normative, che non da una strategia globale, che, seppur graduale, abbia una visione globale e a lungo termine dell’intero processo di digital transformation aziendale.
Pensiamo per esempio all’incremento considerevole, negli ultimi due anni, degli e-commerce e dell’adozione di servizi in cloud. Si tratta indubbiamente di una corsa all’uso della tecnologie trainata dalla pandemia e, quindi, dalla necessità di vendere online, o di implementare il ricorso allo smart working.
Secondo il report “Digitalizzazione e tecnologia nelle imprese italiane”, per la maggior parte delle aziende italiane siamo ancora lontani dalla maturità aziendale, dato che risultano implementati solo alcuni software limitati ad alcuni ambiti aziendali, quelli che rispondono alle esigenze più immediate e pressanti.
Gli step del processo di digitalizzazione aziendale in Italia
Ecco quelle che, secondo l’Istat, sono gli step della digital transformation in Italia, che vanno da una minore a una maggiore maturità digitale:
- Software per la gestione dei documenti e della contabilità (DMS)
A questo livello si attestano tutte le aziende che adottano un solo tipo di gestionale, che riguarda la gestione documentale (Document Management Systems). Si tratta del punto di partenza, e infatti sono circa il 67% le imprese che lo usano. Al terzo posto per livello di diffusione, troviamo anche i software per la gestione della contabilità e degli adempimenti fiscali, usati dal 47,9% delle imprese, con punte del 76% fra quelle di grandi dimensioni. - Supply Chain Management (SCM)
Questo software automatizza e gestisce in maniera automatica il magazzino, la logistica e i rapporti con i fornitori. Anche questa si pone come una fra le esigenze più pressanti per l’industria manifatturiera. La media in Italia di aziende digitalizzate sul fronte logistica e magazzino è del 50,7%, con picchi del 72% per le aziende più grandi. - Gestione del processo produttivo (MES) e Relazioni con i clienti (CRM)
L’adozione di questo tipo di strumenti è molto complessa e riservata alle aziende che presentano un più alto livello di maturità digitale, e che operano in contesti molto competitivi. Questo perché sono strumenti tecnologici che non possono funzionare senza una forte interconnessione fra dati e flussi relativi alle diverse aree aziendali. Non è un caso che sia i sistemi per la gestione del processo produttivo (Manufacturing Execution Systems – MES), sia i software CRM siano adottati in media solo dal 33% delle imprese italiane, con picchi minimi, rispettivamente del 26% – 31% per la PMI. - Software per la pianificazione della progettazione del prodotto (PLM) e per la pianificazione delle risorse e dei processi aziendali (ERP)
Il massimo livello di maturità digitale è rappresentato dall’adozione di software per la progettazione del prodotto (Product Lifecycle Management – PLM) e da quello per la gestione digitale di tutte le risorse e i flussi aziendali (Enterprise Resource Planning – ERP), che di solito incorpora tutti i gestionali visti fino ad ora. Mentre i sistemi PLM vengono adottati, secondo il report Istat, dal 23% delle imprese, con picchi del 16% nella PMI e di 48% nelle grandi aziende, i software ERP, si attestano a una media di 21,7%, con picchi minimi del 17% nelle piccole e medie imprese, e di 54,5% nelle grandi imprese.
Vuoi saperne di più sul gestionale ERP? Ti presentiamo le nostre soluzioni.
Questa fotografia mostra chiaramente quanto le aziende italiane inseguano la tecnologia, accelerando la trasformazione digitale soprattutto quando vengono messe alle strette da pandemie, imposizioni normative e altre situazioni d’emergenza. Ecco, sebbene siano proprio le criticità la spinta all’innovazione, chi vuole guidare la trasformazione digitale della propria azienda verso tutte le opportunità che implica, e non farsi guidare dalla necessità di implementare una tecnologia dietro l’altra, in maniera frammentaria e discontinua, per cercare di mantenere competitività, è bene che sia consapevole che il processo di digitalizzazione aziendale ha bisogno di tempi, metodi, strumenti e competenze ben precise.
L’evoluzione deve essere graduale ma la gradualità non deve essere confusa con la frammentarietà, ogni step deve far parte di un piano globale di lungo termine, anche perché solo raggiungendo la piena maturità digitale è possibile assicurarsi significativi livelli di efficienza e produttività.
Cos’è la digitalizzazione aziendale e come guidarla nel modo giusto?
Ne parliamo in questo articolo.